Catena di approvvigionamento

Sicurezza sanitaria del freddo: fino all’ultimo miglio

  • 29/09/23
  • 4 min

Per garantire la sicurezza sanitaria del freddo, il last mile è quello più insidioso. È proprio quella la fase in cui la distribuzione è esposta ad escursioni termiche che potrebbero compromettere la catena del freddo. Riuscire a garantirla richiede l’identificazione dei fattori di rischio, l’applicazione delle migliori pratiche e l’esecuzione di controlli.

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Dopo un’ultima frammentazione del flusso logistico, la distribuzione delle merci entra nella fase Last Mile, dove si possono incontrare alcune difficoltà. In un ambiente urbano inadatto alle fermate ravvicinate di un mezzo di consegna succede spesso che il corriere debba consegnare in “just in time” per soddisfare mittenti e destinatari. Questi ultimi sono sempre più esigenti perché nel mondo connesso in cui viviamo sembra che tutto possa essere consegnato con un clic: agire velocemente per evitare di interrompere la catena del freddo aggiunge un ulteriore livello di difficoltà e di responsabilità perché da ciò dipende la deperibilità della merce.

 

Giocare d’anticipo rispetto ai rischi e garantire la tracciabilità

Una delle caratteristiche del servizio di trasporto in siti geograficamente vicini è il gran numero di aperture del furgone frigorifero. Oltre alle possibili variazioni di temperatura a bordo c’è anche il rischio di furto e quello dello scambio dei pacchi tra i destinatari. Queste condizioni di trasporto hanno portato a sviluppare dei sistemi di tracciabilità, si tratta di un fattore utile se le merci sono particolarmente sensibile e se una delle fasi del trasporto viene effettuata con un mezzo di mantenimento della temperatura poco affidabile, come le borse termiche.

Alla geolocalizzazione del veicolo si può aggiungere la rilevazione dell’apertura delle porte della cassa refrigerata in modo da poter verificare che essa avvenga nei punti previsti per il ritiro o per la consegna. La rilevazione dell’apertura delle porte consente anche di quantificare il numero di aperture e di regolare le impostazioni. Ad oggi qualsiasi oggetto può essere equipaggiato per inviare informazioni su internet, si tratta dell’internet delle cose (o in inglese IoT, Internet of Things), e consente di individuare un pallet o anche un pacco connesso. Il sensore montato su uno contenitore può addirittura registrare e trasmettere la temperatura, l’umidità, il pH, il tempo trascorso o gli urti subiti durante il trasporto. L’offerta di etichette elettroniche sta crescendo e si sta diversificando per adattarsi ai diversi casi di utilizzo. Per esempio, Connectwave è uno degli organismi che fornisce una panoramica delle soluzioni attualmente disponibili.

 

Sicurezza sanitaria del freddo: monitoraggio della temperatura durante il trasporto

Per garantire la sicurezza sanitaria della catena del freddo durante l’ultimo miglio, il rispetto della temperatura impostata a bordo del veicolo refrigerato è monitorato tramite sensori oggi normalmente integrati ad una telematica. In questo campo si trovano quelli dei costruttori di gruppi frigoriferi e quelli di aziende telematiche indipendenti. Per gli alimenti surgelati invece gli strumenti di misura della temperatura devono essere conformi alle norme EN 12830, EN 13485 e EN 13486, in questi casi le controversie sono legate meno a un problema tecnico che a errori umani. Questa situazione può essere evitata dalla telematica, grazie alla quale è possibile confrontare la temperatura prevista per il trasporto con quella effettivamente registrata.

Una semplice misurazione effettuata con un termometro dal destinatario può comportare il rifiuto della merce e la sua perdita a danno del mittente. La scelta è molto ampia, tra termometri, sonde o infrarossi. Alcuni modelli sono destinati all’industria alimentare, altri invece sono progettati per quella farmaceutica, altri ancora invece propongono anche una protezione antibatterica.

Spesso allestiti dal mittente, i registratori monouso sono destinati ad essere inseriti nella merce, a volte all’insaputa del vettore. Il loro utilizzo richiede di organizzarne il recupero a destinazione e successivamente la loro lettura: ciò richiede una manipolazione perché spesso tali registratori hanno la forma di “chiavette USB”. Molto più facilmente, la pastiglia Topcryo di Cryolog cambia semplicemente colore per segnalare un’escursione di temperatura.

Ogni mittente, vettore o destinatario dispone ora di mezzi di controllo adeguati alla sua specifica attività. Alle richieste di tracciabilità e di controllo a cui i vettori devono rispondere si aggiunge anche l’interesse dei mittenti per motorizzazioni alternative oltre al fatto che normative locali possano richiederne l’utilizzo. L’ultimo miglio diventa così un concentrato di svariate transizioni tecnologiche che possono rendere determinante il fatto di poter ricorrere al supporto di professionisti.

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