Transizione energetica

Carburanti alternativi : cosa ne frena l’adozione?

  • 25/09/23
  • 3 min

Il trasporto delle merci è direttamente interessato dalle restrizioni alla circolazione che puntano a limitare l’inquinamento atmosferico. Presto il diesel non avrà più la supremazia nel settore delle merci. Tuttavia, i carburanti alternativi non offrono sempre tutte le risposte ad ogni esigenza… Lo scenario attuale.

Carburants alternatifs

La scommessa della lotta alle emissioni di sostanze inquinanti legate ai trasporti stradali non è cominciata con l’emergenza COVID-19. La riduzione delle emissioni di CO2 direttamente attribuibile al rallentamento delle attività umane dovuto al lockdown dimostra infatti la rilevanza delle politiche ambientali. Dalla fine degli anni 90 e con l’entrata in vigore delle norme Euro, il contesto normativo e regolamentare europeo sta creando le condizioni per una forte riduzione dell’inquinamento. “La norma EURO6-d rappresenta un importante passo in avanti sul piano ambientale“, ha spiegato Olivier Dutrech, Responsabile per l’innovazione del Gruppo FRAIKIN. “Vengono così poste le condizioni necessarie per stimolare i costruttori ad adattare le loro gamme e far sì che le aziende ripensino la mobilità“. Inoltre, la creazione di 250 zone a basse emissioni in Europa colpisce il trasporto delle merci, che risente di vincoli sempre più pesanti legati alle restrizioni sulla circolazione.

 

Punti forti e punti deboli…

Il moltiplicarsi di carburanti disponibili sul mercato complica gli arbitrati laddove risulta necessario coniugare vincoli ambientali, controllo del budget e produttività della flotta. La filiera dei biocarburanti è in forte crescita. “I biocarburanti sono particolarmente interessanti perché non si basano su fonti fossili raffinate, ma su componenti rinnovabili. Tuttavia, non sono ancora disponibili su tutti i tipi di veicoli“, ha spiegato Olivier Dutrech. Il GPL (gas di petrolio liquefatti) è un’alternativa per la quale c’è stata una certa infatuazione. “Il suo impiego è sconsigliato in Europa per via di una manutenzione complessa e costosa o di restrizioni all’uso sotto terra, ma ciò non è necessariamente vero nel resto del mondo“. I veicoli elettrici vanno molto di moda, anche se la loro limitata autonomia li relega ad utilizzi specifici, come la consegna dell’ultimo miglio. “La silenziosità e l’assenza di emissioni sono compensati dalle difficoltà legate alla ricarica e dagli investimenti per dotare l’azienda delle stesse stazioni di ricarica“, fa notare Olivier Dutrech. I veicoli ibridi rappresentano un buon compromesso, che associa i vantaggi del motore elettrico e la polivalenza di quello termico. “Per sfruttarne al massimo il potenziale, è necessario formare gli utenti affinché adattino le loro abitudini di guida per ottimizzare l’uso del motore elettrico“.

 

Il rifornimento: un criterio chiave

Sia che si parli di motori a idrogeno o a gas, resta tuttavia un problema comune: l’inadeguata rete di stazioni di rifornimento per i veicoli. I costi di produzione dell’idrogeno sono ancora elevati (anche sul piano ambientale), “ma non appena la filiera si sarà strutturata, questa alternativa rappresenterà una soluzione di prim’ordine“, ha dichiarato Olivier Dutrech. “I veicoli a gas o biogas richiedono una formazione specifica per i conducenti“, ha precisato Olivier Dutrech, “dato che comportamenti errati possono infatti limitare considerevolmente l’autonomia“. Ad oggi, non esiste ancora una soluzione universale. “La sola costante a livello mondiale“, ha concluso Olivier Dutrech, “è il desiderio di ripensare la mobilità nell’ambito di una dinamica più virtuosa sul piano ambientale“.

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